Nel gennaio del 2022 la paziente manifestava episodi di vertigine, acufeni e ipoacusia.
Giunta al Presidio di zona i sanitari la sottoponevano a risonanza magnetica la quale mostrava, in corrispondenza della cisterna dell’angolo ponto cerebellare, una lesione di 1.6 cm di diametro. Seguiva visita neurologica da cui risultava ipoacusia sinistra.
La paziente veniva dimessa ma dopo qualche giorno dal trattamento insorgeva cefalea persistente, inutile qualsivoglia terapia antidolorifica.
Il successivo controllo neuroradiologico documentava neuroma presente di dimensioni aumentate.
Nel gennaio 2023 la paziente veniva dunque ricoverata presso il reparto di neurochirurgia per essere sottoposto ad intervento di exeresi di neoformazione dell’angolo ponto cerebbellare.
La colpa medica: gli elementi emersi dal confronto delle varie risonanze magnetiche eseguite dal l’assistita nei mesi antecedenti l’intervento hanno permesso di evidenziare che non vi erano condizioni tali da giustificare il ricorso all’intervento di exeresi, considerato il lentissimo e non dimostrato accrescimento della neoformazione.
Emergeva altresì in modo chiaro l’assoluta mancanza di criteri di patologia oncologica in rapida progressione come riportati nel consenso informato all’intervento.
Le conseguenze: da detto intervento ne è conseguito, già dall’immediato post operatorio, un quadro neurologico dominato da gravissima asimmetria facciale, ptosi palpebrale sinistra, danni compatibili con deficit del VII nervo cranico sinistro.
Seguiva ischemia cortico temporale insulare e parieto angolare destra.
Sotto il profilo strettamente medico legale emergeva la responsabilità commissiva della struttura sanitaria per avere sottoposto l’assistita a un consenso informativo assolutamente non attinente alla patologia in essere, pertanto configurabile in prestazione del tutto incoerente con il piano terapeutico proposto.
RISARCIMENTO OTTENUTO, 450.000,00 Euro.